La biodiversità protegge e rende migliori le persone, le imprese, il pianeta.


di Ferdinando Boero e Max Mizzau Perczel

Perché grandi e piccini sono poco preparati e incuriositi alla conoscenza e al ruolo vitale del mare, delle specie marine e più in generale dalla biodiversità e dalla transizione ecologica? Si potrebbe fare di più in famiglia, a scuola, nei luoghi pubblici, nelle imprese? I bambini sono incuriositi eccome, noi adulti meno. La loro voglia innata di capire la natura si chiama biofilia. Nei percorsi formativi, a casa e a scuola, la biofilia viene tarpata. La natura non c’è nelle nostre vite quotidiane, al lavoro e a scuola dominano l’astrazione e il fare pratico; dalle poesie alle tabelline, dal fatto quotidiano di piccole conquiste ai problemi immediati da risolvere. I bambini imparano i nomi degli animali e degli alberi senza bisogno di studiarli, per pura curiosità, per piacere e con la consapevolezza di far parte di questo meraviglioso pianeta. Più del 90% dello spazio abitato dalla vita è oceano. Un respiro su due è possibile grazie al mare e al ruolo degli esseri viventi marini. Le foreste marine trasformano più anidride carbonica in ossigeno di qualsiasi foresta terrestre. Conoscere la natura non è un sacrificio, è un piacere. La predisposizione a conoscere il mondo naturale, e questo senso di cura e protezione che abbiamo molto forte e fertile da bambini, andrebbe assecondato e coltivato di più a partire dalla scuola primaria e poi via via nella vita lavorativa, in un percorso di formazione continuo.

La natura non fa parte della nostra cultura, anche se finalmente è stata inserita nei principi fondanti della nostra Costituzione, dove era presente solo il paesaggio, una costruzione estetica della natura che non permette di apprezzare la biodiversità e gli ecosistemi, senza i quali la nostra vita non è possibile. La visione estetica della natura pervade anche la documentaristica televisiva, con funzioni preminenti di intrattenimento del pubblico che, invariabilmente, viene indotto a dire ohhhhh di stupore, ma che raramente arriva a fare ahhhh di consapevolezza.

Da poco è stato inaugurato uno spazio dove gli ohhhh finalmente diventano ahhhhh! Si trova a Napoli, in un luogo storico e bellissimo che è stato abbandonato per anni: la Casina del Boschetto, progettata dall’architetto Luigi Cosenza cento anni fa tra gli alberi della Villa Comunale che si affaccia “abbracciata” dal Golfo di Napoli e l’isola di Capri. Roberto Danovaro – presidente della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, l’Ente pubblico nazionale di biologia, ecologia e biotecnologie marine che quest’anno festeggia 150 anni, al primo posto tra gli enti pubblici di ricerca per la qualità delle attività – ha convinto l’Amministrazione comunale di Napoli a dare l’edificio in gestione alla Stazione Zoologica per trasformarlo in un Museo dedicato all’evoluzione in mare, ispirato alle figure di Charles Darwin, il padre dell’evoluzione, e ad Anton Dohrn, il fondatore della Stazione Zoologica: il Museo Darwin Dohrn. Danovaro ha anche operato per attrarre finanziamenti per il restauro dell’edificio, prima, e per l’allestimento del Museo, dopo, affidando a chi scrive – Ferdinando Boero – la progettazione dell’allestimento museale, con il prezioso ausilio di manager, ricercatori e tecnologi della Stazione Zoologica. Il percorso espositivo utilizza l’arte come mezzo di comunicazione e si vale di opere realizzate dagli artisti Alberto Gennari, Ray Troll, Alessandra Carratù, Graziano Ottaviani, Marco Preziosi, Luis V. Rey e Fabio Trovato. Accanto agli artisti hanno lavorato grafici, architetti, e tanti operai che, tutti, hanno mostrato uno spirito di dedizione alla “missione pubblica” che ha reso più facile e piacevole il lavoro.

Oltre al nuovissimo Museo Darwin Dohrn, la Stazione Zoologica ha altre due strutture dedicate al pubblico: l’Aquarium, il più longevo in attività al mondo, e il Centro Tartarughe di Portici, il più importante nel Mediterraneo. Il funzionamento di queste strutture è garantito dalla Fondazione Dohrn che, con le entrate dei biglietti a tariffe sociali, sostiene anche la ricerca della Stazione Zoologica. A questo fine sono anche coltivati rapporti con Fondazioni ed altre entità pubbliche e private che hanno come scopo statutario la promozione della cultura. Nel nostro paese la cultura è stata eminentemente umanistica e alla scienza, soprattutto la storia naturale, è stato riconosciuto minor valore. Ma i tempi stanno cambiando. Sin dalla sua fondazione la Stazione Zoologica ha contribuito all’esplorazione della biodiversità marina e alla comprensione dei rapporti tra le specie che, assieme, contribuiscono al funzionamento degli ecosistemi. Si tratta di conoscenze fondamentali su quello che, oggi, chiamiamo il capitale naturale. La transizione ecologica, fine primario del PNRR, ha lo scopo di valorizzare il ruolo fondamentale della natura per il nostro benessere, come riconosciuto anche dall’Enciclica Laudato Si’ e dalla Costituzione. Per realizzare la transizione ecologica è necessaria una transizione culturale che dia centralità alla natura, non solo a parole ma anche con la conoscenza.

Pochissimi sanno che il congelamento delle acque polari determina il funzionamento del grande nastro trasportatore oceanico che, a sua volta, condiziona il clima globale, per non parlare degli attori che fanno funzionare gli ecosistemi marini. Chi sa che gli animali più importanti del mondo sono i copepodi, che le piante più importanti sono le diatomee e i dinoflagellati, e che sono i batteri ad avere importanza capitale nei rapporti tra le specie? Pochissimi sanno che le cozze sono il cibo più sostenibile, visto che trasformano in proteine i patogeni come batteri e virus, e la sostanza organica di rifiuto. Per non parlare delle modalità alimentari delle balene. Solo la consapevolezza su come è fatto e come funziona il mondo naturale permetterà di attuare pienamente la transizione ecologica. Più del 90% dello spazio abitato dalla vita è oceano: il pianeta non potrebbe essere “vivo” senza l’oceano. Per gestire le incertezze e sfide del presente e del futuro è bene conoscere la storia passata, prima di tutto la storia naturale e l’evoluzione della vita. Si tratta di una conoscenza che conferisce saggezza. La conversione ecologica chiesta da Francesco con Laudato Si’ è una vera rivoluzione culturale: è la prima volta che un’autorità religiosa chiede la conversione a una scienza: l’ecologia. Il fondatore della teoria dell’ecologia è proprio Charles Darwin che, con la selezione naturale, spiega le cause ecologiche dell’evoluzione. Il Museo Darwin Dohrn è un luogo in cui il proposito di Francesco si concretizza, per “convertire” i visitatori all’ecologia e all’evoluzione. Il mare c’entra sempre. Anche nei posti dove non si vede… c’è. Basta alzare gli occhi al cielo. Se ci sono nuvole… quello è il mare: sono fatte di acqua marina evaporata, che poi tornerà al mare con le piogge e i fiumi. È l’acqua dell’Atlantico a bagnare l’Italia, quando piove. Senza il mare la vita finisce.

Ora gli autori di questo articolo stanno lavorando ad un altro progetto culturale: il Film Festival Internazionale Pianeta Mare 2022, in programmazione dal 5 all’8 ottobre 2022 al Museo Darwin Dohrn e al cinema Astra – grazie al patrocinio e sostegno come Partner dell’Università di Napoli Federico II. Sarà un Film Festival gratuito dove si presenteranno film, documentari scientifici, cortometraggi e mini-film da smartphone di un minuto girati dai giovani, con una selezione tra le migliori opere europee e mondiali, alcune in anteprima mondiale, grazie alla partnership con il Wildlife Conservation Film Festival di New York e il Mobile Film Festival internazionale di Parigi che ha il patrocinio delle Nazioni Unite e coinvolge opere di 100 nazioni. Il Film Festival rientra nella mission del decennio 2021 – 2030 dedicata dalle Nazioni Unite alla salvaguardia e salute degli oceani, e sarà l’evento straordinario di maggiore divulgazione del 150esimo anniversario della Stazione Zoologica Anton Dohrn, con il patrocinio e sostegno della Rappresentanza italiana della Commissione europea, della Regione Campania (iter in corso), del Comune di Napoli, dell’Università di Napoli Federico II, della Fondazione Banco di Napoli, dell’Istituto per lo sviluppo del Mediterraneo del CNR e di altre istituzioni e imprese.

A Napoli sono nati il cinema, con le intuizioni di Étienne-Jules Marey, e la moderna biologia marina, con la visione di Anton Dohrn. Questo primato culturale, a forte connotazione internazionale, merita maggiore consapevolezza da parte dei napoletani e di tutto il Paese e risponde in pieno alle necessità culturali che devono sostenere la transizione ecologica.